L’approccio al gioco e allo sport deve essere guidato da sentimenti di fratellanza, di rispetto e di aiuto reciproco, perché nello sport si è tutti uguali, seppure distinti. Per cui se qualcuno ha qualità non comuni, ciò servirà non per dimostrare la propria superiorità ma semmai per metterle a disposizione degli altri: “Ogni persona è stata creata a immagine e somiglianza di Dio e ha diritto a vivere la propria vita con dignità e ad essere trattato con rispetto […] Ciascuno ha il diritto di promuovere le proprie capacità individuali, nel rispetto dei propri limiti. […] Lo sport è un settore della nostra società che promuove l’incontro di tutta l’umanità e può superare discriminazioni socio-economiche, razziali, culturali e religiose” (cit. “Dare il meglio di sé”, documento sulla visione cristiana dello sport e della persona, Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, 2018, n. 3.8).
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