Le dieci parole dello sport in parrocchia: 2. Inclusione

L’approccio al gioco e allo sport deve essere guidato da sentimenti di fratellanza, di rispetto e di aiuto reciproco, perché nello sport si è tutti uguali, seppure distinti. Per cui se qualcuno ha qualità non comuni, ciò servirà non per dimostrare la propria superiorità ma semmai per metterle a disposizione degli altri: “Ogni persona è stata creata a immagine e somiglianza di Dio e ha diritto a vivere la propria vita con dignità e ad essere trattato con rispetto […] Ciascuno ha il diritto di promuovere le proprie capacità individuali, nel rispetto dei propri limiti. […] Lo sport è un settore della nostra società che promuove l’incontro di tutta l’umanità e può superare discriminazioni socio-economiche, razziali, culturali e religiose” (cit. “Dare il meglio di sé”, documento sulla visione cristiana dello sport e della persona, Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, 2018, n. 3.8).

Papa Francesco interviene spesso su questo tema, soprattutto quando invita all’inclusione contro la predominante cultura del razzismo e dello scarto. Lo sport deve essere paladino del valore del rispetto dell’altro, chiunque egli sia: “Lo sport può unire in uno spirito di amicizia popoli e culture. Lo sport è un segno che la pace è possibile” (Benedetto XVI, Angelus, 8 luglio 2007).

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