Le dieci parole dello sport in parrocchia: 4. Sacrificio

Il sacrificio è quella condizione che permette di portare l’uomo alla sua umanità, di ricondurlo all’essenziale e di eliminare, dunque, tutto ciò che è di peso nel suo cammino di vita. Quella del sacrificio è una dimensione fortemente presente nella nostra fede, perché tutto ciò che è sacro ha origine dal sacrificio per eccellenza di Gesù sulla croce. Il sacrificio allora si può considerare anche la via preferenziale entrare nella mente e nel cuore di Dio: attraverso di esso ci si incammina più velocemente verso il significato autentico dell’esistenza. Non si può amare se non sacrificandosi per l’altro, dando la vita per l’altro.

Il sacrificio è qualcosa di molto familiare anche per lo sport, perché non si potrà mai raggiungere alcun risultato se non sottoponendosi alla imprescindibile disciplina sportiva che comporta allenamento e obbedienza alle regole e contempla dunque abnegazione e umiltà: “Questa è la logica dello sport – ricordava San Giovanni Paolo II – e anche la logica della vita: senza sacrifici non si ottengono risultati importanti, e nemmeno autentiche soddisfazioni” (Giovanni Paolo II, Omelia in occasione del Giubileo dello sport, 29 ottobre 2000). Il sacrificio è la premessa per l’ascesi.

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