Domenica 7 marzo - "Parlava del tempio del suo corpo" di padre Fabio Ciardi omi

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2,13-25

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull'uomo. Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo.

Solitamente al termine della messa la chiesa si anima di saluti, scambi di attenzioni, conversazioni. Mi ha sempre dato un po’ fastidio quando interviene il sacrestano con i suoi “Silenzio! Siamo nella casa di Dio…”. Ma come, non ha sempre detto la Bibbia, dall’inizio alla fine, che Dio non abita in una costruzione fatta da mano d’uomo? Gesù non è venuto a distruggere il tempio? Alla sua morte il velo del tempio non si è squarciato, come si è squarciato il suo corpo? Dio non ha bisogno di una casa.
Siamo noi che abbiamo bisogno di una casa. La chiesa è la casa del popolo di Dio. Quanto mi piace vedere la grande santa basilica di santa Maria in Trastevere che si trasforma in grande santa sala da pranzo per i poveri. E non è la sola chiesa. Lo stesso accade più volte la settimana nella chiesa di sant’Eustachio e chissà in quante altre chiese.
Nell’antichità, in tempi non molto lontani, nella chiesa, soprattutto nei santuari, dormivano i pellegrini. In tempo di calamità si accoglievano e si curavano gli ammalati… In tempo di guerra tutta la gente vi si rifugiava. Questo accade anche oggi! Sì, è la casa del popolo di Dio!
«“Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”… parlava del tempio del suo corpo» (Gv 2,19-21). Quale corpo? Il corpo che distruggeranno è quello che gli ha dato Maria assieme allo Spirito Santo, il corpo che farà risorgere è la sua Chiesa, il suo “corpo”. Siamo noi, popolo di Dio, il corpo di Cristo, il tempio vero nel quale Dio vive. Allora edifichiamolo questo tempio, facciamolo vivere, diamo modo di fraternizzare, di condividere, di parlare… senza quel “sssss!, silenzio!!!!”.
Non sono contro il silenzio in chiesa, ci mancherebbe, non dobbiamo farne un mercato. È un luogo di preghiera. Ma è un luogo che edifichiamo insieme, con le nostre stesse relazioni fraterne… E c'è un tempo per ogni cosa, per il silenzio e la conversazione, il raccoglimento e la festa.

Commenti