Vado a prepararvi un posto

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14, 1-6

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».


Alla fine del c. 13 del vangelo di Giovanni, che precede i versetti che ascoltiamo oggi, i discepoli sono stati messi davanti alla separazione imminente da Gesù, per di più col brusco annuncio del suo rinnegamento da parte di Pietro, che pure gli aveva dichiarato la propria disponibilità al martirio per lui. Essi sono “turbati” nel loro cuore.
Per loro egli è tutto e la sua morte costituisce una minaccia al loro essere. Seguendolo, avevano parte alla realtà della vita. E ora, col suo andar via, questa vicinanza s’interrompe. L’esistere del figlio di Dio nelle vesti dell’uomo Gesù che sta con loro, l’ascolto delle sue parole umane come “parole di vita eterna”, il vedere i suoi segni, l’andare dietro di lui, in tutto questo il suo esistere presso di loro era il punto d’appoggio della loro fede.
Gesù li solleva con la consolazione biblica: “Non temete” cui dà la forma concreta delle parole “Non sia turbato il vostro cuore”. Là dove pare che egli sia sottratto alla loro fede, essi debbono credere in Dio. La sua dipartita è per i discepoli la prova decisiva della loro fede: hanno creduto solo in lui, l’uomo Gesù, o hanno creduto nell’inviato di Dio, figlio del Padre, quale egli s’è rivelato loro?
Che il suo separarsi da loro, giovi alla loro fede in lui, Gesù lo esprime con un’immagine, quella della casa celeste del Padre nella quale sono molte “dimore” che, dopo la sua esaltazione, egli intende preparare per i suoi, per poi far ritorno “di nuovo” per “prenderli con sé”, cioè per condurli in queste dimore nella casa del Padre suo dove, come figlio, egli è a casa propria, affinché essi siano in eterno con lui.
Il cristianesimo primitivo ha iniziato ad aspettare il ritorno di Gesù. Nell’assemblea liturgica l’invocazione maranatha (vieni Signore) apriva la visuale su questo futuro, che viene incontro alla chiesa come meta del suo cammino terreno. Là “per sempre saremo con il Signore” (1Ts 4,17).
P. Nino, parroco

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