Venire alla luce

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3, 16-21

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».


All’inizio del brano di oggi Gesù va più a fondo in quanto abbiamo ascoltato ieri: Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, ossia l’ha donato al mondo e per il mondo l’ha sacrificato sulla croce, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Chi crede che Gesù è il figlio di Dio non è condannato. Chi invece non crede in lui, con ciò stesso è già stato condannato, perché, privo dell’unione con Gesù, è definitivamente preda della perdizione, vale a dire della morte già operante nella vita terrena.
Il giudizio di Dio che, secondo l’aspettativa tradizionale, alla fine dei tempi separerà i giusti dagli empi (ricordiamo il c. 25 del vangelo di Matteo), si compie con la venuta di Gesù nel mondo, in quanto gli uni credono in lui e gli altri no.
Egli è la luce che risplende nelle tenebre, nella cui luminosità entrano i credenti e alla quale invece si sottraggono i non credenti. Per i credenti, che vengono alla verità, apparirà chiaramente che le loro opere sono fatte in Dio.
I non credenti, invece, preferiscono le tenebre alla luce, tema già presente nel prologo: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto” (Gv 1, 9-10).
Chi compie il male evita la luce, nella quale il male si manifesta per quello che è, e la odia perché nel chiarore della luce le sue opere vengono scoperte come malvagie.

P. Nino, parroco

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