Venerdì Santo 2020

Ogni volta che si proclama la Passione di Gesù in modo solenne, e questo avviene la Domenica delle Palme e il Venerdì santo, mi torna alla mente un testo di Chiara Lubich. Desidero condividerlo con voi oggi.

Ci sarebbe da morire se non guardassimo a Te, che tramuti, come per incanto, ogni amarezza in dolcezza: a Te, sulla croce nel tuo grido, nella più alta sospensione, nella inattività assoluta, nella morte viva, quando, fatto freddo, buttasti tutto il tuo fuoco sulla terra e, fatto stasi infinita,
gettasti la tua vita infinita a noi, che ora la viviamo nell'ebbrezza.

Ci basta vederci simili a Te, almeno un poco,
e unire il nostro dolore al tuo e offrirlo al Padre.
Perché avessimo la Luce, ti venne meno la vista.
Perché avessimo l'unione,
provasti la separazione dal Padre.
Perché possedessimo la sapienza,
ti facesti “ignoranza”.
Perché ci rivestissimo dell'innocenza,
ti facesti “peccato”.
Perché Dio fosse in noi, lo provasti lontano da Te.




Questa meditazione è poi divenuta un canto del Gen Rosso, al quale sono particolarmente legato, perché è bello e perché lo abbiamo eseguito, una delle prime volte in assoluto, durante la messa celebrata da San Giovanni Paolo II negli spazi all'aperto dietro la nostra chiesa nel marzo 1982.
Potete ascoltarlo cliccando sul video qui di seguito (P. Nino, parroco).


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