Di questo voi siete testimoni

Di cosa devono essere testimoni gli apostoli? Perché san Paolo quando scrive ai Corinzi dice: «Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani» (1Cor 1,22-23); e ancora: «Quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l'eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso» (1Cor 2,1-2)? Forse possiamo capirlo leggendo attentamente il brano del vangelo che ci propone la liturgia di oggi.
In seguito al cammino compiuto con i discepoli di Emmaus, Gesù incontra un gruppo più numeroso: la comunità del Risorto non si fonda sull'esperienza di pochi discepoli.
La prima reazione è la paura. Perfino gli uomini che hanno poi portato l'annunzio della Risurrezione di Gesù nel mondo, agli inizi hanno dubitato. Solo i segni nelle sue mani e nei suoi piedi li hanno resi certi che realmente avevano a che fare con il loro Signore crocifisso. Ma Gesù non lascia che finisca qui: per togliere adesso anche l'ultimo residuo di dubbio, mangia davanti a loro come aveva fatto nei giorni precedenti.
Anche in questo frangente rimanda poi alle sue predizioni sulla passione e alla Scrittura: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati...». Gli apostoli potranno comprendere rettamente il loro servizio solo se saranno totalmente consapevoli che il loro Signore proprio come crocifisso è il Salvatore promesso. Perciò debbono riconoscere soprattutto che la sua croce e la sua risurrezione stanno in perfetto accordo con le sue proprie predizioni come anche l'intera Scrittura. Di questo nesso essi sono ora testimoni e potranno portarne l'annuncio al mondo intero. Di questo saranno testimoni.
Di questo siamo testimoni.

P. Nino, parroco


Dal Vangelo secondo Luca
Lc 24, 35-48

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Emmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

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