«Le nostre abitudini vanno cambiate adesso: dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se ci adatteremo a queste norme più stringenti».
Sono parole del Presidente del Consiglio ieri sera tardi.
Stamani mi sono svegliato presto, come mi succede spesso negli ultimi anni, subito invaso da tanti pensieri.
C’è ancora qualche misura prudenziale che possiamo adottare come parrocchia? Ho riflettuto sull’esperienza di ieri pomeriggio, quando di fatto mi sono messo a fare il guardiano in chiesa dalle 17.45 in poi. Sono passate pochissime persone, ma sufficienti per farmi rendere conto delle possibili infrazioni che si possono commettere rispetto alle direttive del Governo.
Proprio perché amiamo i poveri, fra i nostri ci sono quelli che fanno fatica a capire che bisogna rinunciare a certe devozioni, ci sono i sordi e quanti perdono la memoria. E i distratti che continuano a parlarti da vicino, troppo vicino.
Stamani allora, dopo una veloce consultazione degli altri sacerdoti ho deciso di prendere ulteriori decisioni dolorose, che - tengo a precisarlo - non sono dettate dalla diocesi. Sino al 3 aprile non ci sarà nemmeno la piccola preghiera delle lodi che riguardava davvero pochissime persone, ma soprattutto la chiesa resterà aperta solo dalle 9 alle 12 del mattino.
È tempo di vivere questa parola di Gesù: “Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. (Mt 6,6)
Al Padre che vede nel segreto chiediamo di tenere lontano da noi e dal mondo intero ogni male.
P. Nino
parroco
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