Qualcuno mi ha chiesto di scrivere una storia, ma è difficile farlo quando fuori resta l’aurora, quando i profumi dei prati sono lontani, quando non si può camminare tenendosi le mani… Ma proverò a farlo lo stesso grazie alla fantasia, lo farò qui insieme con la mamma mia, perché io di idee ne ho davvero tante, ma per la rima ci vuol lei con l’attenzione sua costante. E allora inizio il racconto e a parlare di un virus che via via ha preso troppa forza ed ora è pandemia. A noi bambini ce l’hanno sì spiegato come un cattivone, che certo va evitato. E’ brutto, antipatico e soprattutto presuntuoso: pensa di essere lui il più forte, quello vittorioso. Spaventa più gli anziani di tutta questa Terra, forse perché credevano di non vedere più la guerra… Ma questo voglio dire, di non aver timore: questa non è una guerra perché si chiede amore! |
Dal mattino alla sera, poi di notte nel proprio letto chiediamoci l’un l’altro se lo abbiamo avuto questo rispetto. Perché, lo so, suona un po’ strano, ma ci salveremo semplicemente non dandoci la mano, respirando lontani da chi abbracceremmo ogni istante, non toccandoci quegli occhi che già ne han viste tante. I papà dei nonni per salvare i Paesi son partiti soldati e non si sono mai arresi. A noi viene chiesta pazienza nelle nostre dimore, sono i medici, gli infermieri a sostenere la bandiera per ore! Non voglio dir che è semplice, perché certo non lo è, ma dico che vinceremo e c’è un bel perché: a quel virus presuntuoso manca qualcosa che noi abbiamo, lui non ha il cuore che ogni giorno in noi scopriamo, quello che voglio riempire di speranza e non perché un bambino sono io, ma perché nell’amore credo e questo grazie a Dio…
Gaia (Mamma di Ludovico)
marzo 2020
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